Un pensiero sul filo del rasoio.

Pubblicato il da Mauro Goretti

Nella primavera del 1349 Guglielmo di Ockham, il francescano inglese che aveva rivoluzionato la storia del pensiero cristiano, agonizzava nella sua casa di Monaco.

La peste, dopo aver funestato l'Olanda e l'Austria, era giunta anche in Germania, decimando la popolazione e colpendo anche il filosofo. Nonostante il freddo, giaceva con indosso solo la tunica, quasi a voler simboleggiare l'appartenenza fino in fondo al “partito della povertà”, una scelta che nella sua esistenza aveva segnato una profonda frattura con il papato avignonese. Dopo di lui, la filosofia medievale non fu più la stessa. Il “venerabilis inceptor” o il “doctor invincibilis”, come veniva chiamato dai suoi contemporanei, aveva rimosso alcuni pilastri metafisici che apparivano indistruttibili: da quel momento in poi l'ordine naturale eterno e immutabile, di fronte al quale l'individuo manifestava tutta la sua impotenza, sarebbe entrato improvvisamente in crisi, lasciando il posto ai primi fondamenti del pensiero scientifico moderno. Guglielmo nacque a Ockham, un piccolo villaggio della contea del Surrey nei pressi di Londra, intorno al 1285. Le prime notizie certe sulla sua biografia risalgono però al febbraio 1306: il nome del filosofo inglese compare, infatti, in un elenco di Francescani appena ordinati suddiaconi nella chiesa di S. Mary, a Southwark, nell'odierno distretto londinese. Completò la sua formazione a Oxford, nel locale convento dei Frati Minori e non nel Merton College, come ipotizzato da qualche storico, che lo descrisse come uno dei discepoli prediletti del pensatore scozzese Giovanni Duns Scoto. Fin dai suoi primi anni di studio, Ockham si interessò a una materia destinata a diventare uno degli argomenti chiave della sua futura speculazione, la logica, sulla quale produsse due trattati, l'Exposito aurea super totam artem veterem e la Summa logicae. Cominciò molto presto ad insegnare e sembrava destinato a una brillante carriera universitaria, sopratutto dopo il conseguimento del titolo di Baccalaureus Sententiarum e di Baccalaureus formatus. Ma un impegno ben più delicato lo costrinse a trasferirsi ad Avignone, nel 1324. Si trattava di una chiamata in giudizio con la quale il pontefice francese Giovanni XXI intendeva mettere all'indice alcune tesi poco ortodosse del Francescano: alla fine soltanto 6 delle 51 proporzioni che avevano fatto scandalo furono condannate per eresia, mentre altre 30 vennero considerate solo “false”. La scientificità che Ockham applicava al problema della conoscenza nelle questioni filosofiche rendeva impossibile spiegare logicamente le rivelazioni religiose, la fede, perciò, non poteva essere giustificata con argomentazioni razionali.

Targa alla memoria del barone Guglielmo di Ockham.
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